lunedì 11 febbraio 2008

La storia della scrittura creativa

Prima di toccare con mano le tecniche di scrittura creativa e il mondo esperienziale che le circonda, facciamo un salto nella storia della scrittura creativa.

Lascerò parlare i miei "testimonial", di meglio non posso fare.

Italo Calvino è uno dei grandi precursori della scrittura creativa: la chiamava letteratura potenziale, ma senza saperlo ha gettato le basi proprio per questa sua naturale evoluzione.

Italo Calvino è infatti uno dei fondatori dell’OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle), tradotto con Opificio di Letteratura Potenziale: è «una singolare consorteria di letterati, dediti a escogitare bizzarre invenzioni partendo da regole formali severamente costrittive, improntate a uno spiccato gusto matematizzante» (Mario Barenghi, «Poesie e invenzioni oulipiennes», in: Italo Calvino, Romanzi e racconti, Milano, Mondadori, 1994, pp. 1239-1245).

Uno degli scopi principali dell'Opificio di Calvino era quello di creare una serie di strumenti di creazione letteraria utilizzabili da tutti.

La mia seconda testimonial è Patricia Highsmith, la celebre autrice di romanzi polizieschi che in uno dei suo libri descrive il suo processo creativo e il modo con cui dall'idea arriva allo sviluppo della trama e dell'intrigo.

Non potevano mancare all'appello due grandi creativi del panorama italiano: Gianni Rodari e Bruno Munari, i cui scritti, teorie e idee hanno alimentato il fuoco della mia creazione.

Altri testimonial d'eccellenza sono Terry Brooks e Stephen King: proprio durante la lettura dei loro libri "A volte la magia funziona. Lezioni da una vita di scrittura" e "On writing" sono nate alcune delle tecniche di scrittura creativa dei miei corsi.

Non posso non citare la via dell'artista di Julia Cameron, una grande maestra e fonte di continue ispirazioni.

Non mi resta che l'ultimo testimonial, purtroppo è quasi impossibile incontrarlo dal vivo: parlo del creative problem solving.

Questo metodo nato e creato per risolvere problemi è uno dei pilastri portanti della mia scrittura creativa: mi limito a ringraziare i padri fondatori Alex Osborn e Sidney Parnes ma anche coloro che in questi anni ne continuano la ricerca, lo sviluppo e l'applicazione pratica.

Un grazie particolare a Matteo Cattullo, Laura Switalski, Gianni Clocchiatti e Hubert Jaoui che hanno innaffiato con la loro conoscenza i semi di questa pianta forte e robusta.

3 commenti:

Fabrizio Gabrielli ha detto...

butta uno sguardo anche su Julio Cortàzar e la sua concezione del ciclo di vita di una creazione letteraria.
Ah, e in tema di "regole", sul Decàlogo del perfecto cuentista di Quiroga.

F

Unknown ha detto...

Non si finisce mai di imparare,il problem solving come strumento di risoluzione dei problemi inerenti alla scrittura creativa!
Sorrido compiaciuta visto che tale strumento lo uso quotidianamente durante l'assistenza ai pazienti; sono un infermiera e durante il corso di laurea ci hanno allevati a pane e piani di assistenza che si basa su questo metodo.
Pensandoci bene potrebbe essere un medo utile per contenere e controllare il mio spirito dispersivo e ipercreativo, capita spesso che durante la stesura dei mie scritti devo desistere dal continuare a causa delle idee che si accavallano e si moltiplicano a dismisura. Vera*

Davidegs ha detto...

Considero il creative problem solving come un coltellino svizzero.

Può servire per la scrittura, per la leadership, per la pubblicità e per trovare una soluzione alle diverse sfide che dobbiamo affrontare ogni giorno.

Tienimi aggiornato sulle tue sperimentazioni...

ciao,
Davide