venerdì 29 agosto 2008

Intevista a Sabrina Abeni



Questa settimana ho deciso di intervistare Sabrina Abeni, una scrittrice esordiente ma molto promettente.

D: Ciao Sabrina, è un vero piacere averti qui tra noi. Come hai scoperto il tuo lato da scrittore?
R: Credo d'essere sempre stata cosciente del mio lato di scrittore, ancor prima d'imparare a scrivere, credo che si tratti semplicemente di un'ottica diversa in cui vedere il mondo. La scrittura infatti nasce prima nella mente e solo successivamente viene trasportata in segni sulla carta o su un monitor. Ho sempre immaginato storie e modi diversi in cui svilupparle. Chiaramente, col passar degli anni, ho avuto modo di leggere e comprendere in maniera più completa il modo più idoneo per comunicare queste immagini agli altri, ma credo d'essere stata scrittrice dal momento in cui ho preso coscienza di me e del mondo che mi circondava.

D: Quand'è stata la prima volta che hai "scritto sul serio"?
R: Cosa s'intende sul serio? Perché qualcuno potrebbe asserire che non si scrive sul serio finché non si vendono libri (perciò molto raramente):-) Se invece basta avere dei lettori, anche non paganti, forse in prima elementare, quando ho cominciato a scrivere delle favole che venivano lette dai miei insegnanti e da altri bambini.

D: Nel momento in cui hai capito di essere una scrittrice hai scritto un racconto, un romanzo, una poesia? Come sono stati i tuoi primi passi nella scrittura?
R: Ho cominciato in seconda elementare con delle favole, come molti penso, poi ho scritto poesie e, dalle scuole medie, dei racconti. A 15 anni, dopo molti tentativi abbandonati, ho finalmente completato il mio primo romanzo, un horror un po' apocalittico in cui oggi posso riconoscere delle ingenuità.

D: Un horror apocalittico, sembra interessante. Di cosa parlava?
R: Oddio! Dell'Anticristo e di un paese che nascondeva un segreto distruttivo, di una donna insolita e ambigua. Insomma l'idea non era male, ma doveva ancora imparare una delle regole fondamentali: non ambientare uno scritto in un contesto che non conosci (cosa che Faletti ancora non ha capito). La prima parte del romanzo era infatti ambientato negli USA ed è quella che oggi cambierei.

D: [sorride] hai appena dato un ottimo consiglio per tutti. Da dove trai ispirazione per i tuoi scritti?
R: All'inizio c'è una sola immagine che compare nella mia mente, una specie di fotogramma. Tutto il resto è consequenziale a quel flash. Gli spunti possono essere i più svariati: la vita quotidiana, un viso sconosciuto che ti colpisce, la cronaca, un'emozione improvvisa o una momentanea illusione ottica. Ma ciò che più importa è quella prima immagine che fa nascere un serie d'interrogativi.

D: Da questi interrogativi poi che tipo di racconto nasce? Hai un genere preferito in cui poi porti l'immagine iniziale?
R: Il genere verso cui mi sento più portata è soprattutto quello gotico-horror a risvolti psicologici, forse perché amo parlare per simboli e metafore. Ma ho scritto anche racconti ispirati a fatti di cronaca in cui descrivevo un lento scivolare verso la follia e atti criminali. Credo che il bello dello scrivere sia proprio il fattore empatico, il provare a immaginare perché alcune cose possono accadere e cosa prova chi le vive.

D: Hai un posto particolare dove scrivi? Un luogo che ti è più congeniale? Qualche rituale o una musica di sottofondo propiziatoria?
R: Credo che dipenda da ciò che sto scrivendo. In genere butto giù le prime idee all'aperto: per esempio, in questi ultimi tempi scrivo sulle scalinate del centro storico del mio paese, con penna e carta, poi le riporto e rielaboro sul pc, a casa mia, preferibilmente di sera, con una musica in sottofondo. Col mio ultimo romanzo mi sono stati molto utili i Notturni di Debussy.

D: Quali consigli vorresti dare agli altri aspiranti scrittori?
R: Di non temere il confronto con gli altri. Di leggere gli ottimi libri per imparare, e i pessimi per incoraggiarsi (anche quelli hanno la loro funzione:-) ).E non scrivete solo per voi stessi, tenete sempre a mente un lettore ideale.La scrittura è sterile se non è capace di trasformarsi in comunicazione.

D: Davide: ben detto Sabrina. Qual è invece la sfida che vorresti lanciare ai nostri lettori?
R: Più che di sfida parlerei di seduzione, quella che uno scrittore dovrebbe avere nei confronti dei lettori. Riuscire ad ammaliarli e far dimenticare loro ogni altro pensiero, catturarli per un periodo di tempo e stregarli.

D: Grazie Sabrina per la tua sfida ai nostri lettori. Dove ti possono leggere, scrivere o contattare? Hai un blog?
R: Sì, possono trovarmi su myspace, dove ho anche un blog, o sul sito eluria.altervista.org.
Da alcuni giorni è stato pubblicato su Lulu.com il mio nuovo romanzo Il vento dell'est.

Volete essere ospiti della nostra rubrica? Scrivetemi!

Davide

1 commento:

Sabrina Abeni ha detto...

Ciao! Sono Sabrina Abeni e vorrei comunicare a tutti che ora il mio romanzo Il Vento dell'Est è pubblicato con Boopen e rintracciabile in tutte le librerie on-line. Inoltre può essere ordinato in una qualsiasi libreria, fato che è incluso nel catalogo Alice.
Se il libraio dovesse fare delle storie per ordiarlo, dite di chiamre direttamente la Boopen,al numero 081/6503899 dal Lunedi al Venerdi dalle ore 10 alle 13, per ordinarlo.