sabato 20 settembre 2008

Intervista a Valeria Leone


Questa settimana intervisto Valeria Leone, una brillante e molto promettente scrittrice.

D: Ciao Valeria, è un vero piacere averti qui tra noi.
R:Grazie, per me è un piacere essere ospitata in questo blog. Per uno scrittore ogni occasione è buona per parlare della propria attività.

D: Come hai scoperto il tuo lato da scrittore?
R: In realtà sono sempre stata appassionata di lettura. Poi ad un certo punto ho superato il varco che separa l'essere lettore dall'essere scrittore ed ho smesso di appuntarmi le frasi altrui per scrivere le mie. Ho scoperto che avevo una predisposizione innata per la scrittura, per la parola, ed ho iniziato a metterla a frutto scrivendo per un giornale, ma il mio sogno era quello di scrivere un libro mio...

D: L'hai poi realizzato questo sogno?
R: Ho pubblicato nel 2006 con la casa editrice Il Calamaio il mio primo romanzo "Come una stella cadente", una storia lieve, calata nella quotidianità, in cui si intrecciano amicizia, amore, passioni. È un'opera che mi ha dato molte soddisfazioni soprattutto in termini di vendite, tanto per essere un po' materialisti! Poi ho partecipato alla realizzazione dell'antologia "25 racconti emersi" nell'ambito del progetto Scrittori Sommersi ed ora sto lavorando ad un altro romanzo, cercando di portare avanti un discorso più impegnativo, ascoltandomi di più ed affinando il mio stile. Se "Come una stella cadente" è stato scritto in maniera spontanea e diretta, forze anche con una certa incoscienza, con questo nuovo lavoro sto mediando tra la spontaneità espressiva e una maggiore consapevolezza della mia scrittura nella impegnativa ricerca del genere che mi è più congeniale.
Ecco perché per il momento non mi sento del tutto una "scrittrice", ma piuttosto "una che scrive" e che "ricerca".

D: Una che "ricerca"... e cosa cerchi e ricerchi? Da dove nascono le tue idee?
V: Per ricerca intendo più cose. Prima di tutto c'è la ricerca di me stessa in quanto autrice e della giusta strada che possa mediare il passaggio delle presenze che affollano il mio universo interiore sulla pagina che vado a scrivere. Tale mediazione va intesa anche come strumento e processo che mi possa permettere di ottenere un risultato artisticamente e letterariamente valido.
Poi c'è la ricerca delle idee e delle ispirazioni esterne. Quelle nascono da tutto, dalle mie letture pregresse, dal volto di una persona per strada di cui mi colpisce un particolare, uno sguardo, una piega del viso. Questa è una cosa che facevo sin da bambina, sono sempre stata una grande osservatrice ed ho sempre avuto la predisposizione ad immaginare. Spesso le mie idee nascono anche da storie raccontatemi, da esperienze di persone che mi sono più o meno vicine che uso come base per poi lavorare con la fantasia. Ma più di tutto conta la mia voglia di evadere dalla realtà.
Scrivere, così, diventa un modo per fare quello che non è concesso nella vita: far andare le cose nel modo in cui si desidera che vadano. È anche vero che a un certo punto della narrazione mi faccio prendere per mano dai personaggi che ho creato e da quel momento sono loro stessi che dirigono e scrivono la loro storia in base al carattere ed al temperamento che hanno acquisito nel corso della scrittura.

D: Quali consigli e suggerimenti daresti ad uno scrittore emergente?
R: Consiglio di tenere i piedi ben saldi a terra e di non aver fretta di pubblicare buttandosi alla cieca. Vagliare le opportunità e lavorare molto sulla autopromozione. Avere fantasia, sfruttare le occasioni di visibilità e non pensare mai di essere giunto alla meta solo per aver pubblicato. Consiglio di inviare alle case editrici una sinossi della propria opera per fare un sondaggio preliminare del riscontro da parte degli editori e poi spedire il manoscritto solo se richiesto. Cercando sul web si possono trovare numerose piccole e medie case editrici che sono un buon punto di partenza, a patto che garantiscano almeno una distribuzione soddisfacente.

D: Qual è invece la sfida che vorresti lanciare ai nostri lettori?
R: Più che una sfida un invito. Leggere tanto, leggere tutto. Provare la lettura anche di opere che non rientrano nel genere che si preferisce. Dai classici ai libri cosiddetti "d'evasione". Per misurarsi, trovare stimoli, capire realmente cosa piace e cosa no. La lettura è il primo mezzo per sviluppare il proprio gusto e senso critico. Per uno scrittore, poi, è l'unico modo per arrivare ad avere la misura di se stesso e del proprio talento.
Leggere è fondamentale per "imparare" a scrivere.

D: Dove ti possono leggere, scrivere o contattare i nostri lettori? Hai un blog?
R: Chi volesse può visitare la mia pagina personale su www.scrittorisommersi.com, oppure mi trova su www.myspace.com/valerialeone.

Grazie di tutto Valeria e a presto!

Davide

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