Ecco a voi una nuova intervista per la nostra rubrica rubrica "Trucchi e sfide": oggi avremo come ospite Gianluca Liguori, un promettente scrittore, autore già di alcuni libri e di diversi racconti.
D: Ciao Gianluca. Raccontaci un po', come è nata la tua passione per la scrittura?
R: Riguardo alla tua domanda, diciamo che più che di passione, si è trattato di un'esigenza, di una necessità, di un impulso irrefrenabile e incontrollabile che spingeva forte da dentro per uscire. Sono stato un vorace lettore fin da bambino, a cinque anni già leggevo e scrivevo, a nove anni come regalo per la comunione ho chiesto il dizionario, il mio affezionatissimo Devoto-Oli che utilizzo ancora adesso. Pensa che su quel dizionario, la parola internet ancora non esiste!
D: [sorride] Cosa significa per te scrivere?
R: Scrivere per me è sempre stata la cosa più naturale di questo mondo, i miei temi, alle scuole superiori, giravano tra tutti gli insegnanti dell'istituto. Alla fine del penultimo anno ho cominciato a leggere Bukowski, l'ho consciuto per caso in libreria, ascoltando parlare di lui due uomini. Fu amore a prima vista. Per la prima volta in vita mia presi coscienza che il materiale per scrivere era a portata di mano, era ovunque, era la vita stessa. Allora capii che volevo fare lo scrittore.
Scrivevo già da un po', ma perlopiù poesie, se tali possiamo definirle, ma forse dire che scrivevo è una parola grossa, diciamo che cominciavo a studiare il mezzo, a prendere confidenza con il mestiere.
Dopo Bukowski, sono stato illuminato da Kerouac, e poi da Henry Miller. Quindi decisi che dovevo scrivere il mio romanzo. E dopo infiniti tentativi, il giorno di natale del 2003, cominciai a scrivere "Dio è distratto".
D: Di cosa parla questo tuo libro?
R: "Dio è distratto" è un romanzo di formazione sulla ricerca dell’identità, sull’amicizia, sull’impossibilità dell’amore, sull’incapacità della comunicazione, sulla brama di vivere, sull'esigenza dello scrivere.
L'autore, rigorosamente anonimo, ci racconta la sua storia, le sue esperienze, e le vite che gli sono vissute intorno, attraverso continui flash-back e ricordi, gioie e dolori di una giovinezza irrequieta che ha trovato nella letteratura l'anelato conforto.
D: Dopo "Dio è distatto" stai lavorando ad altri progetti?
R: Ho appena pubblicato una raccolta di poesie giovanili, "Credo in un solo io", uscita ad aprile con la casa editrice Tespi, un editore giovane e volenteroso, con cui mi trovo decisamente molto bene, e con cui abbiamo intenzione di far uscire a breve una riedizione riveduta e corretta di "Dio è distratto". Oltre a questo faccio parte del gruppo indipendente letterario Scrittori Sommersi, nella cui antologia vi è pubblicato un mio vecchio racconto, "Incontro".
D: E poi?
R: Ho in progetto a breve un nuovo romanzo, che ho cominciato e interrotto già due volte. Quando sarà il suo tempo sarà lui a farmi segno...quando scrivo parte tutto da un borbottio interno, all'altezza dello stomaco, che poi spinge l'emozione verso al cervello che manda gli imput alle mie dita. Poi le pagine vengono fuori da sè!
D: Hai toccato un argomento interessante... il "borbottio interno"... come nasce per te? Come nascono le tue idee, i tuoi spunti? Sono le idee a trovarti, sei tu a invocare la musa o hai qualche altro segreto?
R: La vita è un continuo bombardamento di stimoli per la creatività... gli eventi, il caso, le coincidenti, sentimenti, emozioni, dolori e gioie, tutto è ispirazione. Poi sta all'uomo rimodellare ed esprimere come meglio crede. Certo, che non deve mancare la volontà, la dedizione, e lo spirito di sacrificio. Senza queste cose un romanzo non lo potrai mai scrivere. Troppo spesso manca il tempo, ma Proust insegna che poi alla fine è lì la chiave di tutto, nel tempo.
D: Il tempo... già... hai degli orari preferiti in cui scrivi..in cui ti senti più "ispirato" o aperto alla scrittura?
R: Diciamo che scrivo quando trovo il tempo. Preferibilmente, comunque, di notte, o appena sveglio.
D: Hai qualche consiglio da dare a chi volesse diventare scrittore oggi?
R: Premesso che sono di quelli che pensano che scrittori si è, non ci si diventa, consiglierei di lasciar perdere... scherzi a parte, leggere, leggere, leggere, è importante leggere tonnellate di libri, ingoiare parole e parole, fino a sentire quasi una sensazione di vomito. Leggere e rileggere i più grandi scrittori, da cui imparare il mestiere, rubarne i trucchi, e poi trasformare il tutto in uno stile che sia di quanto più personale e riconoscibile possibile.
D: Bene... siamo arrivati all'ultima domanda, la più importante
Tutti i nostri ospiti lanciano una sfida agli scrittori in erba per spingerli a migliorare e crescere. Qual'è la tua sfida?
R: Hai cinque giorni di vita, chiuso in una stanza. Racconta la tua vita.
D: Perfetto... grazie! Hai un blog Gianluca? Chi volesse scriverti o chiederti qualcosa, dove ti trova?
R: Potete scrivermi all'indirizzo web www.myspace.com/gianluliguori oppure leggere qualcosa su www.gianlucaliguori.blogspot.com.
Siete pronti ad accettare la sfida di Gianluca?
Volete essere ospiti della nostra rubrica, mandate una mail a segreteria@eallaenne.it.
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