sabato 24 gennaio 2009

Dentro la descrizione



Pubblico volentieri questo testo, scritto da Claudia, una delle partecipanti al mio corso di scrittura creativa.

Buona lettura a tutti

Davide

Salire le scale, imbiancate di antica calce, fu piuttosto rischioso; i bombardamenti dell’ultima guerra avevano reso i gradini friabili e l’incendio derivante aveva annerito ed indebolito le pareti, tanto che, ad ogni mio passo, udivo qualcosa sgretolarsi e cadere nel cortile sottostante.

Finalmente entrai nella stanza al secondo piano, dai residui di lastroni in marmo dal colore indefinito dedussi che doveva essere stata una cappella. Di sicuro, oltre alla guerra, anche i ladri avevano deturpato quel piccolo e riservato luogo di pace, tanto che dell’altare rimanevano solo un cumulo disordinato di mattoni in tufo, spogliati senza tanti riguardi di qualsiasi tipo di rivestimento, e sulla parete a volta l’intonaco grigiastro mostrava il profilo più chiaro di un crocifisso. Immaginai che i banchi avessero alimentato qualche focolare nei mesi invernali, e mi auguravo che almeno il crocefisso fosse stato risparmiato da questa sorte.

Proseguii con cautela inoltrandomi in un corridoio dalla forma di una stretta volta. Secondo i miei calcoli, doveva collegare la cappella al ballatoio, intravisto mentre giungevo in questo luogo. Il corridoio però era stato pesantemente danneggiato e la luce del pomeriggio inondava d’oro le pareti butterate dagli spari e dagli smottamenti, mentre il pavimento era coperto dalle fini macerie causate dai crolli e dalle intemperie. Piccoli ciuffi coraggiosi di erbacce spuntavano tra i lastroni di pietra ormai sconnessi.

Quando passai accanto alla spaccatura più consistente addossai le spalle alla parete opposta, ma fui incapace di proseguire, completamente rapita dalla visione del sole che, lentamente, si adagiava tra i profili morbidi delle colline, arrossendo sedotto dal sussurro sommesso del fiume e del canto assonnato degli ultimi uccelli diurni.

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