sabato 12 novembre 2011

Essere sulla bocca di tutti.

Di solito uso questo blog per parlare di scrittura, di creatività, di comunicazione, marketing.

Stasera lo uso per uno scopo diverso: informare e condividere.

Due giorni fa era il mio compleanno e ho scelto di festeggiarlo con gli amici questa sera, sabato 12 novembre 2012.

Ho scelto Il Roadhouse di Corsico perché è un locale dove andiamo spesso ed è comodo per tutti.
Prenoto per 23 anni dicendo che è la mia festa di compleanno.

Mezzora fa chiamo per confermare e chiedo se hanno spazio in grido per la torta, visto che ha la panna e mi dicono che da loro è assolutamente vietato portare cibo dall'esterno.

Iniziano a darmi giustificazioni legate ad un regolamento aziendale che lo vieta, ma sul loro sito non se ne parla e al telefono quando ho prenotato non me l'ha detto nessuno.

Si difendono con motivi legali collegati all'igiene e a possibili controlli e tutta una serie di bla bla gentili ma che non li smuovono dalla loro posizione.

Saranno almeno 20 anni che festeggio il mio compleanno in ristoranti e pizzerie di Milano e solo adesso sento per la prima volta di questo divieto.

Sulla loro fan page leggo:

Andare in una steakhouse Roadhouse Grill non significa solo gustare ottimi piatti a base di carne alla griglia, ma anche trascorrere momenti piacevoli in compagnia degli amici e della famiglia.

Bellissimo e la torta era uno modi più belli per stare lì e trascorrere momenti piacevoli in compagnia degli amici e della famiglia, proprio come dicono loro.

La loro missione: essere sulla bocca di tutti.

Se questo è il loro obiettivo, li accontento e farò in modo che tutti ne parlino.

A pensar male più che un motivo di igiene, mi sembra più probabile un regolamento ad hoc fatto per esser sicuri che le persone comprino i loro dolci.

Voi amici della rete, cosa ne pensate?

Passate parola, diffondete e condividete e cliccate anche mi piace sul mio commento nella RoadHouse Grill fan page.

Così anche voi ora sapete che da loro NON si può portare la torta.

Chissà come andrà a finire...


Davide




mercoledì 9 novembre 2011

Resources for Entertainment - Il Cambiamento




Secondo discorso del manuale avanzato Toastmasters "The entertaining Speaker": in questo progetto chiamato "Resources for entertainment", avevo questi obiettivi:



  • Draw humorous and/or dramatic material from sources other than your own personal experience.
  • Adapt your material to suit your topic, your own personality and the audience. Use entertaining material as a means of conveying a serious message.

Ecco il discorso:


Presidente, amici soci e ospiti, stasera parliamo di cambiamenti.
Su una foglia di cavolo, un bruco sta parlando con un altro bruco e gli indica una splendida farfalla che vola sopra di loro: “Sai, io non diventerò mai così”
Poverino, crede di potersi opporre al cambiamento.
Il cambiamento accade che noi lo vogliamo oppure no.
E’ già in atto, in ogni istante della nostra vita.
Il bruco è in compagnia di altri grandi che hanno commesso il suo stesso errore.

Sapete cos’ha detto nel 1876 Sir W. Preece, capo delle poste britanniche?
“Gli americani hanno bisogno del telefono, noi no.
Abbiamo fattorini in abbondanza.”

E invece H.M. Warner, fondatore della Waner Bros nel 1927:
“A chi diavolo vuoi che interessi sentir parlare gli attori?”

Conoscete la storia dei due rospi?

Un giorno due rospi caddero in un secchio di panna.
Uno dei due urla all’altro:
“Aiutooooooo, moriremoooooooo”, si perse d’animo, chiuse gli occhi e affondò nella panna, morendo.
L’altro non si diede per vinto e urlò “Lo vedremo! Io ce la farò”
Inizio a muoversi, ad annaspare nel liquido cercando di stare a galla, cercando di arrivare al bordo del secchio.
I suoi movimenti affannosi, continui e decisi trasformarono la panna in burro: il rospo grazie a questa base d’appoggio solida riuscì a tirarsi fuori e a saltare fuori dal secchio.
Sano e salvo.
Anche le situazioni più disperate possono avere una soluzione: basta non perdersi d’animo e mettercela tutta.
Sì, ma come?

Una volta ho letto una storia inglese che iniziava così

“Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.

A quarant’anni quando ero diventato più esperto e maturo, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, così decisi di cambiare soltanto la mia nazione.

Ma anche questa sembrava immutabile.

Dieci anni dopo, diventato più vecchio e più saggio, quando capii che la mia nazione non sarebbe cambiata, provai a cambiare la mia città.
Di nuovo fallii.
Giunto al crepuscolo della mia vita, in un ultimo disperato tentativo, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.

Ora giaccio sul letto di morte e all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, dando il buon esempio, sarei riuscito a far cambiare la mia famiglia.

Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare prima la mia città, forse la nazione e chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo.”

La chiave di tutto sembra quindi essere “cambiare se stessi”.
Come farlo?
La prossima storia potrebbe svelarci questo segreto.

Il Signore di una terra decise di far visita agli uomini che stavano lavorando nel cantiere.
Una volta giunto sul posto, scese da cavallo e chiese al primo:
“cosa stai facendo?”
E questi rispose “sto spaccando pietre”
Poi chiese al secondo “E tu?”
“Io lavoro per i soldi”
Quindi rivolto al terzo “E tu?”
“Io lavoro per sfamare la mia famiglia”
Quindi lo chiese al quarto
Questi, posò per un attimo i suoi strumenti e indicò la costruzione alle sue spalle.
“Io... Io sto costruendo una cattedrale...”
Ogni giorno quando scendiamo dal letto sperimentiamo un importante cambiamento: dalla posizione orizzontale ci alziamo in quella verticale.
Ed è un momento importantissimo delle nostre giornate.
Come scendiamo dal nostro letto?
Qual è il nostro primo pensiero quando appoggiamo i piedi a terra?
Con quale dei lavoratori ci identifichiamo?
Stiamo costruendo la nostra cattedrale?
Come possiamo costruire la nostra cattedrale?
Dove possiamo trovare la nostra cattedrale?
La cattedrale.
La chiave per il cambiamento è il sogno della nostra... [basta uno sguardo e il pubblico il sala completa la frase...] CATTEDRALE.
Non ho sentito bene.
[Loro ripetono con ancora più energia] CATTEDRALE.
Ancora una volta chiedo io.
[Il loro boato riempie la stanza] CATTEDRALE.