Creativa scrittura: il blog dove si fondono insieme scrittura e creatività. Appunti, esercizi, consigli e suggerimenti di Davide Giansoldati, facilitatore di scrittura creativa.
mercoledì 24 dicembre 2008
Il piccolo Andrea
Andrea e i suoi amici, dopo aver salutato i genitori, che li guardavano partire per le loro esplorazioni nel boschetto dietro il villaggio, si preparavano ad una delle loro avventure.
Andrea era il più piccolo del gruppo: avevano tutti la stessa età, ma gli altri lo superavano per almeno una spanna o due.
A volte gli amici lo prendevano in giro scherzando sulla sua statura, a volte tutto il mondo sembrava quasi cospirare contro di lui.
Come adesso: adesso che guardava estasiato quella mela rossa e succosa su un ramo troppo alto per arrivarci.
"Uffa..." pensò tra sé, poi i suoi pensieri furono bruscamente interrotti dal vociare di uno degli amici.
"Ehi, guardate lì avanti, sembra un pentolone pieno d'oro..."
"Dai, andiamo a vedere..."
"Dai che diventiamo ricchi"
"L'ultimo che arriva è un somaro!"
La corsa ha inizio e tutti i ragazzini, anche il piccolo Andrea, arrivano quasi insieme davanti al pentole che straborda monete d'oro.
Poi, succede tutto in un attimo: sotto di loro si apre un buco e tutti precipitano in una fossa nel terreno, sapientemente nascosta.
Un letto di foglie attutisce la loro caduta, ma non c'è verso di uscire da lì: sono in trappola. Le pareti sono viscide e fangose, non ci sono appigli, non c'è nessuno che li possa aiutare.
All'improvviso dei rumori, dei tonfi e un borbottio gutturale. Un orco si sporge dal ciglio della buca e li guarda pregustando il lauto banchetto.
L'orco soffia dalla bocca il suo alito fetido e i ragazzini, svengono uno dopo l'altro, inermi e spaventati.
* * *
Lentamente i ragazzi riprendono conoscenza. Si trovano in una caverna e, a giudicare dall'unica stella che luccica da una piccola apertura in alto, è ormai notte fonda.
"E adesso cosa facciamo?"
"Ho paura, ho paura"
"Calma, Calma..."
"Adesso ci mangia, lo sapete quello è un orco..."
"Dobbiamo scappare!"
"Ma come?"
Caos, panico, paura assalgono questi ragazzi, uno di loro, il più alto, alza la testa e scorge un passaggio.
"Ecco scapperemo da lì!"
"Ma dove porta?"
"Non importa, ogni posto è migliore di questo!"
A turno saltano, si afferrano ai bordi del buco, cercano di issarsi, ma il buco è troppo stretto, non ci passano.
Poi tutti insieme si voltano verso il piccolo Andrea, come se all'improvviso fossero tutti consapevoli delle sue qualità uniche.
"Andrea, tu di sicuro ci passi..."
"Ma come ci arrivo?"
"Ti isso io, poi tu esci, scappi e provi a cercare aiuto"
Il piccolo Andrea è spaventato, ma allo stesso tempo si sente importante e al centro dell'attenzione: lui, lui li può salvare tutti.
* * *
Pochi minuti dopo è nel tunnel, avanza carponi, come ha visto fare da certi guerrieri, sente la carezza del vento che lo guida come una bussola.
Arriva finalmente in una stanza più grossa e lì nel mezzo, il terribile orco russa facendo chissà quali cannibali sogni.
Andrea si muove silenzioso, acquattandosi dietro ogni riparo che riesce a trovare e poi ecco l'uscita e il bosco.
* * *
Corre a gambe levate per centinaia di metri, poi si accovaccia trovando riparo grazie alla complicità del sottobosco e delle foglie secche.
Aspetta che il suo respiro torni calmo e poi avanza lentamente verso il villaggio, guidato dai fuochi notturni in lontananza che presto diventano contorni nitidi.
* * *
"Cos'è successo Andrea?"
"Dove sono gli altri?"
"Dov'è mio figlio?"
Uomini e donne del villaggio lo assalgono con una tempesta di domande.
"Lasciatelo parlare!", tuona il capo villaggio.
Andrea racconta tutta la storia dall'inizio alla fine, parla dell'inganno, della buca, della caverna e di come lui si sia riuscito a tornare a casa: le sue parole tradiscono una nota di orgoglio mista all'emozione per quella impresa.
* * *
I guerrieri del villaggio si preparano a dare battaglia e nulla può un solo orco contro l'amore per i propri figli.
Una volta liberati, tutti i ragazzi vanno a rendere omaggio al loro piccolo grande amico inchinandosi in segno di rispetto.
* * *
Sono passati alcuni giorni, Andrea passeggia da solo nel bosco e si ferma nuovamente sotto il ramo dove in alto c'è quella mela rossa e succosa.
Tutto succede in un attimo e Andrea si trova tra le mani proprio quella mela.
Forse è riuscito finalmente a prenderla allungandosi, forse l'albero stesso si è chinato verso di lui e gli ha sussurrato qualcosa, ma questa è un'altra storia...
Davide
BUON NATALE A TUTTI ;-)
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